Medjugorje – messaggio del 25 giugno 2014

“Cari figli! L’Altissimo mi dona la grazia di poter essere ancora con voi e di guidarvi nella preghiera verso la via della pace. Il vostro cuore e la vostra anima hanno sete di pace e d’amore, di Dio e della Sua gioia. Perciò, figlioli, pregate, pregate, pregate e nella preghiera scoprirete la sapienza del vivere. Io vi benedico e intercedo per ciascuno di voi davanti al mio Figlio Gesù. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

L’esicasmo di J.Y.Leloup

E’ il metodo di orazione degli esicasti, questi uomini silenziosi in cerca di ‘esichia’ ossia di pace interiore.

Meditare come abramo vuol dire intercedere per la vita degli uomini, non ignorare nulla della loro putredine e tuttavia mai disperare della misericordia di Dio.

Meditare come abramo ti conduce alla totale spoliazione di te stesso e di cio che hai di piu caro…qsa a cui tieni particolarmente, con cui identifichi il tuo io…per abramo si trattava del suo unico figlio; se tu sei capace di questo dono, di qsto totale abbandono, di qsta infinita fiducia in colui che trascende ogni ragione e ogni buon senso, tutto ti sarà reso al centuplo.

Gesù sapeva meditare come la montagna, come il papavero, come l’oceano, come la tortora. Sapeva anche meditare come abramo. Il suo cuore senza limite amava persino i suoi nemici, i suoi carnefici – praticava l’ospitalita verso malati, peccatori, paralizzati, prostitute.

Quando la tristezza, la collera, il disgusto invadevano la sua anima respirava profondamente come un oceano, riprendeva fiato nel respiro di Dio. Quando notava la sofferenza degli uomini, la loro cattiveria, e sentiva la propria impotenza a cambiare le cose, si ricordava della meditaiozne di abramo. Quando era calunniato e di lui si diceva ogni sorta di malignità, era felice di meditare come Cristo…esteriormente era un uomo come gli altri. Non cercava di avere l’aria di un santo – semplicemente cercava di amare Dio, istante per istante, e di camminare alla sua presenza…

Fuggi, taci e riposa

Bisogna fuggire, lasciare la città, uscire dal mondo e dalle sue mondanità.

Quando si sente che l’ ambiente che ci circonda diventa troppo minaccioso, capace di soffocare o di pervertire cio che si ha di meglio in se’, è meglio partire…..come una fuga verso qualcuno.

Non ci si può crogiolare in una situazione senza uscita.

Nella tradizione esicastica si insiste sull’obbedienza ad un padre spirituale come sicuro mezzo di liberazione.

Gandhi ci ricorda che il silenzio fa parte dell ‘igiene mentale ed è condizione di salute.

Prima di giungere a qsto silenzio interiore, a questa astensione dal giudizio frutto di umile amore, gli anziani consigliavano ai loro novizi di ‘ non parlare mai di un assente’.

Il silenzio non è da fare, esso è già lì, basta togliere le parole , basta tacere.

Quando avrai detto cio che hai da dire, taci, gusta il silenzio, non intrattenere vani discorsi, non disperderti in parole inutili.

Dio è dapperturro solo dove lo si lascia entrare.

Desidera tutto cio che hai e avrai tutto cio che desideri.

…tranquillità ….di chi incontra l’altro non per colmare i propri vuoti, ma per il piacere di entrare in comunione con la vita che li unisce e li trascende.

L’uomo che ha superato l’egocentrismo infantile diviene allora capace di amare e di servire, senza nulla attendere in contraccambio, gratuitamente, con grazia.

Il restare immobile, il silenzio, la solitudine, la respirazione, la centralita del cuore, l’invocazione, la ripetizione. Rimani immobile nel silenzio e nella solitudine, china il capo, chiudi gli occhi, respira piu dolcemente, con l’ immaginazione guarda nel tuo cuore, raccogli la tua intelligenza, ossia i tuoi pensieri, dalla testa portali dentro al cuore.

Atteggiamento di riposo e insieme di vigilanza.

La quantita è ciò che prendiamo dalla nostra natura, dal nostro sforzo, essa non provoca la grazia, non ne è la causa, ma ci pone nelle condizioni ottimali di non distrazione per accogliere l’Angelo quando passa.

Il calore, le lacrime, purificano il cuore e lo dispongono alla visione nel silenzio e nell esichia. Questo silenzio del cuore vuoto di ogni pensiero è una delle condizioni cercate dal monaco.

Nella preghiera egli deve in modo tutto speciale sforzarsi di rendere muto e sordo il suo intelletto, mantenendo il cuore silenzioso e libero da ogni pensiero, qualunque sia fosse pure un pensiero buono.

Udire, vedere , permette la vicinanza.

Dopo l’abbraccio, il corpo dell’ altro ha lasciato sul nostro corpo un poco del suo profumo e possiamo rimanere ancora a lungo come avvolti dalla sua presenza. Il profumo di una persona è un poco il suo segreto, la sua essenza.